In una giornata di Premier League incompleta per i quarti di finale di FA Cup, il Chelsea allunga ulteriormente in classifica dopo il 4-0 casalingo sul Tottenham nel derby. Inquietante la prestazione difensiva degli Spurs, che hanno di fatto regalato quattro reti su quattro in maniera clamorosa. Il primo gol lo segna Eto'o, che approfitta di uno sciagurato retropassaggio di Vertonghen e infila Lloris. Esultanza polemica del camerunese che usa la bandierina a mo' di bastone mimando un anziano. E pensare che senza l'infortunio occorso a Torres nel riscaldamento neanche sarebbe partito titolare. Poco dopo è ancora Eto'o a procurarsi un rigore che Hazard trasforma per il 2-0, prima che Demba Ba arrotondi il punteggio con una doppietta.
Il vantaggio del Chelsea in classifica si incrementa a sette punti su Liverpool e Arsenal (una partita in meno per entrambe) e a nove sul Mancheser City, che però ha tre partite da recuperare. Sicuramente sui Citizens ci sarà grande pressione, a maggior ragione dopo la clamorosa eliminazione in coppa per mano del Wigan.
In zona Europa League buona vittoria esterna per il Manchester United sul Wba, 3-0 firmato Jones, Rooney e Welbeck. Wba che subisce l'aggancio del Cardiff, vittorioso 3-1 sul derelitto e ormai quasi spacciato Fulham. Anche dietro la classifica è incompleta, il Sunderland ha tre partite in meno per esempio, e occupa il penultimo posto.
Pari per 1-1 tra Norwich e Stoke City, mentre incamera una brutta battuta d'arresto interna il Crystal Palace, sconfitto 1-0 dal Southampton a causa di un gol di Jay Rodriguez.
Si delinea intanto il quadro delle semifinali di FA Cup. L'Arsenal ha battuto 4-1 l'Everton e se la vedrà con il Wigan, campione uscente e giustiziere, come l'anno scorso, del City di Pellegrini.
L'altra semifinale vedrà di fronte lo Sheffield United, vittorioso 2-0 sul Charlton, e l'Hull City, che ha battuto 3-0 il Sunderland, il tutto nella splendida cornice di Wembley. Inutile dire che per l'Arsenal è una ghiottissima occasione per tornare a vincere un titolo dopo nove anni di digiuno.
Alessandro Paparella

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